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Il Giornale: «Per la fecondazione in vitro serve maggiore accessibilità»

L’infertilità è in crescita. Con la stimolazione ormonale su misura meno esami e più rispetto delle norme anti-Covid

La denatalità è un problema sempre più sentito in Italia, in Europa e nelle aree più sviluppate. Il professor Ermanno Greco, direttore responsabile Medicina della Riproduzione presso la Clinica Villa Mafalda di Roma, conferma che «linfertilità è in crescita, anche perché sono aumentate sia letà media delle donne che desiderano procreare sia linfertilità maschile».
Il periodo più fecondo per le donne è quello intorno ai 20 anni. A partire dai 30 anni inizia un declino della fertilità. «La maggior parte delle donne che si rivolgono a noi specialisti di procreazione medicalmente assistita (Pma) – spiega il professor Greco – appartiene alla fascia 33-37 anni». Va da sé che negli ultimi anni la richiesta di prestazioni Pma è in costante crescita. E tra le diverse tecniche di procreazione medicalmente assistita, il ruolo di principale protagonista lo ha la fecondazione in vitro (Fiv), in quanto consente di selezionare i gameti femminili e maschili migliori prima di accoppiarli in provetta, per poi inserire gli embrioni sviluppati nellutero. Il processo della Fiv è costoso e ciò porta la maggior parte delle coppie a rivolgersi a strutture sanitarie pubbliche o convenzionate. «Le norme di distanziamento intro-dotte a seguito del Covid-19 -prosegue il professor Greco -hanno reso ancora più complicato laccesso alle prestazioni di Pma e di fecondazione in vitro, laddove non sono state addirittura sospese per alcuni mesi». Il risultato è che le liste d’attesa si sono allungate, ma così è anche ulteriormente aumen-tata letà delle coppie richiedenti.
I medici come il professor Greco non si sono dati per vinti e hanno deciso di sviluppare e puntare maggiormente su protocolli innovativi. «Abbiamo sviluppato – spiega il responsabile di Medicina della Riproduzione della Clinica Villa Mafalda – un protocollo che mira a una stimolazione ormonale personalizzata, cui fanno seguito la fecondazione in vitro e il trasferimento immediato di quegli embrioni che, se sani, si impiantano fisiologicamente. Tra gli obiettivi del protocollo vi è anche quello di evitare gli effetti collaterali di un’iperstimolazione non giustificata. I parametri che si sono dimostrati particolarmente utili nellindividuazione del programma di stimolazione ormonale – prosegue il professor Greco – sono stati il peso corporeo femminile e l’ormone antimulleriano (Amh), marcatore specifico della riserva ovarica perché prodotto direttamente dagli ovociti, facilmente dosabile in qualsiasi momento del ciclo». Questo programma ha anche il vantaggio di venire incontro alle misure anti-Covid e di ridurre lo stress per le aspiranti madri. «Tale protocollo -sottolinea lo scienziato – non comporta alcuna variazione o aggiustamento della dose di farmaco da somministrare durante la stimolazione ormonale, riducendo così drasticamente il numero dei controlli».
Un ulteriore aiuto, che il professor Greco ha voluto dare quest’anno alle coppie infertili che stanno prendendo in considerazione la fecondazione in vitro, è la pubblicazione del manuale Genitori in provetta. «Ho raccolto tutte le domande che normalmente ci pongono le coppie che si rivolgono a noi e ho fornito tutte le risposte». E, tra queste, anche quelle a quesiti specifici legati all’attuale emergenza sanitaria.

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